Con la natura è un dare e ricevere.
Uno scambio continuo, un dialogo che si manifesta nella forma che il cuore suggerisce, diversa ogni volta.
Nel silenzio interiore, nella frequenza delle parole.
Un’offerta ad un albero, la carezza dei piedi nudi sulla terra, una preghiera al fiume, un peso lasciato al vento, un canto donato al sole, una danza alla luna… e chissà, quante altre forme e sfumature.
Come in un giardino interiore, ogni gesto nutre radici invisibili, ogni offerta è un seme, ogni ascolto una fioritura silenziosa.
“Non cercare nella forma ciò che non ha forma“, ricordava un maestro.
Con la natura sembra più facile, questo stare nella non forma e allo stesso tempo lasciare lo spazio affinché una forma si manifesti. È come se, nella relazione con la natura, la mente si facesse spettatrice senza batter ciglio.
E allora provo ad invitare la natura a manifestarsi dentro di me, così da creare il terreno affinché il cuore prenda in mano le redini. Affinché la mente segua. Affinché anche la mente, in quell’assenza di forma, impari a sostare.
Poi accade.
Accade che quell’assenza di forma, a volte, diventi così palpabile, concreta, piena, che anche per il solo frammento di un istante ferma l’insaziabile ricerca, nel mondo delle forme.
E accade che la mente sosta,
finalmente,
tra le braccia del cuore.
Un istante,
che sa di eternità.
Puoi fidarti e lasciare che sia il cuore a suggerire la forma, anche quando essa si allontana da ciò che la mente crede di conoscere?